Nel 1996 smisi di fotografare; per sempre, in qualche modo.
Poi continuai, a distanza di anni, senza mai riprendere del tutto, e dal 2005, per un tempo infinito (benché si esaurì), lavorai anche per diverse agenzie come freelance.
Per sette anni, tra il 2005 e il 2012, ho lavorato alla creazione di cataloghi pubblicitari e di moda, campagne nazionali e internazionali. Ho poi deciso di abbandonare il mondo della Fotografia commerciale, per dedicarmi a quella artistica e di ricerca.
A distanza di tanti anni, posso finalmente dire che fotografare mi interessa poco. Fotografo, in effetti, in rare e contate occasioni: quando non resisto al desiderio di sviluppare certe idee, dandovi forma anche sul piano visuale. Quotidianamente, la mia passione deraglia tuttavia da binari distinti: è più legata alla parola scritta, all’immaginazione che prende forma dall’invisibile e che in esso ritorna, al termine e al principio di svariate metamorfosi.
———
Alcune mie opere sono parte di collezioni private e musei.
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Il diario di Arvardan (Arvardan’s Diary: from Arvardan’s Last Trip on Earth) è un progetto concettuale a cui lavoro e che include pressapoco ogni genere di foto che ho scattato. È lo sguardo di un alieno (Dan Arvardan: personaggio secondario, emerso da un’opera di Isaac Asimov) che, visitando la Terra, scopre un mondo devastato. Da estraneo, osserva paesaggi e persone con occhi innocenti, malinconici; e anche con una certa curiosità invadente, da antropologo. Il diario si compone di foto sparse, serie tematiche (progetti), e memorie testuali, provenienti da un passato che prende forma nel tempo.
Stéfano Pérez Tonella
THE ARVARDANS
Ben Arvardan is a secondary character created by Isaac Asimov. It is described in “Pebble in the Sky” as an archeologist, who came to Earth in a distant future. By then, Earth has become radioactive, lose its independence and it is now part of the Galactic Empire. B. Arvardan is curious about mankind.
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About Me
Nel 1996 smisi di fotografare; per sempre, in qualche modo.
Poi continuai, a distanza di anni, senza mai riprendere del tutto, e dal 2005, per un tempo infinito (benché si esaurì), lavorai anche per diverse agenzie come freelance.
Per sette anni, tra il 2005 e il 2012, ho lavorato alla creazione di cataloghi pubblicitari e di moda, campagne nazionali e internazionali. Ho poi deciso di abbandonare il mondo della Fotografia commerciale, per dedicarmi a quella artistica e di ricerca.
A distanza di tanti anni, posso finalmente dire che fotografare mi interessa poco. Fotografo, in effetti, in rare e contate occasioni: quando non resisto al desiderio di sviluppare certe idee, dandovi forma anche sul piano visuale. Quotidianamente, la mia passione deraglia tuttavia da binari distinti: è più legata alla parola scritta, all’immaginazione che prende forma dall’invisibile e che in esso ritorna, al termine e al principio di svariate metamorfosi.
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Alcune mie opere sono parte di collezioni private e musei.
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Il diario di Arvardan (Arvardan’s Diary: from Arvardan’s Last Trip on Earth) è un progetto concettuale a cui lavoro e che include pressapoco ogni genere di foto che ho scattato. È lo sguardo di un alieno (Dan Arvardan: personaggio secondario, emerso da un’opera di Isaac Asimov) che, visitando la Terra, scopre un mondo devastato. Da estraneo, osserva paesaggi e persone con occhi innocenti, malinconici; e anche con una certa curiosità invadente, da antropologo. Il diario si compone di foto sparse, serie tematiche (progetti), e memorie testuali, provenienti da un passato che prende forma nel tempo.
Stéfano Pérez Tonella